Il Presepe Vivente di Pietrelcinanasce nel 1987 in occasione del centesimo anniversario della nascita di San Pio.
Come teatro della rappresentazione si scelse il locale sottostante la casa natale di Padre Pio nel rione ‘Castello’, l’antico borgo medioevale di Pietrelcina.
L’interesse che quella prima rappresentazione suscitò fu tale da trasformare il lavoro e gli sforzi in un vero e proprio successo di pubblico e di partecipazione che creò in tutti un particolare entusiasmo.
Questo entusiasmo spinse gli organizzatori a continuare l’opera intrapresa apportando alla rappresentazione importanti e significative innovazioni.
Si pensò di organizzare la manifestazione per tre giorni stabiliti,27 28 e 29 dicembre, di modo che diventasse un appuntamento annuale dalle date certe e si cercò di migliorare nella scenografia ampliando le zone della rappresentazione che ormai interessava tutto il rione Castello.
Si iniziò a prestare più attenzione ai costumi grazie ad una meticolosa opera di ricerca e di lavoro. Gli elementi essenziali dell’abbigliamento palestinese che si è cercato di riprodurre di anno in anno nelle scene sono:
- Una camicia o una tunica di lana o di lino fatta con un lungo pezzo di stoffa piegato al centro e cucito ai lati con l’apertura per la testa e le braccia. Quella dell’uomo arrivava solitamente al polpaccio mentre quella della donna scendeva fino alle caviglie.
- Una sopravveste di lana spessa o un mantello per ripararsi dal freddo.
- Un copricapo per proteggere dal sole anche il collo e gli occhi. Di solito si usava un pezzo di stoffa quadrato, sistemato con la piega sulla fronte. Un cerchio di lana intrecciata lo teneva fermo sulla testa. Un altro tipo di copricapo era composto da una fascia posta come un turbante.
- Le calzature tipiche erano i sandali con suola di foglia di palma o di giunco ma che noi abbiamo sostituito con sandali di cuoio.
Apparentemente, dunque, uomini e donne vestivano in modo molto simile. Differivano i colori (più scuri per gli uomini e più sobri per le donne) ed i ricami ed il modello delle scollature.
Anche il paesaggio è stato allestito nel corso degli anni fino ad oggi tenendo conto dei aspetti tipici dei villaggi palestinesi, ricchi di vegetazione spontanea.
Ecco, quindi, che nel mese di dicembre man mano che avanzano i lavori, le mura esterne delle case e i vicoli del centro storico cambiano aspetto arricchiti da palme, rami, cespugli di canne e paglia, sistemati in modo da cancellare agli occhi dei visitatori ogni traccia dei tempi che viviamo.
Al posto delle porte e delle finestre compaiono tende di sacco e stuoie.
L’illuminazione degli ambienti diviene più fioca ma suggestiva grazie all’utilizzo di fiaccole e candele.
La maggior parte delle scene, proposte in maniera ed in ordine diverso ogni anno, ritraggono la vita quotidiana dando spazio a mestieri per lo più rari oggi, utilizzando strumenti che risalgono agli anni dell’infanzia dei nostri nonni.
Ed è così che,camminando, si ci ritrova immersi in un’atmosfera che riporta al passato grazie agli attori che, in base alla propria esperienza di vita e alle proprie capacità, ci permettono di vedere come un tempo si faceva il formaggio o la pasta in casa, come si faceva il pane o i dolci tipici della zona,come si lavavano i panni e si filava la lana o ancora come si impagliavano le sedie, come si fabbricavano i cesti e le funi, come si scolpiva la pietra, come si lavorava il ferro,il legno e le pelli per le calzature.
Non mancano gli artisti come i pittori, i ritrattisti o figure insolite come quella del mago che rallegra i passanti con i suoi giochi.
Accanto alla vita quotidiana vengono rappresentate scene che hanno sempre affascinato i visitatori per il loro sfarzo e la loro vivacità come la scena del mercato, il matrimonio, i Gladiatori, i re Magi, la corte di Re Erode, il presidio romano, il tempio con i suoi sacerdoti.
MERCATO: è la scena che dà il benvenuto ai visitatori. Le urla dei mercanti invitano i passanti a comprare a pochi SESTERZI ( la moneta del tempo) cesti, spezie, frutta, verdure, lana, vino, stoffe, tappeti e tutto quanto può servire nella vita quotidiana. E’ anche possibile osservare ed accarezzare animali che richiamano l’attenzione del visitatore con il loro verso.
MATRIMONIO: una tavola imbandita e persone che ballano su musiche ricche di ritmo fanno da cornice ad una scena allegra e vivace in cui due giovani vengono uniti in matrimonio. Il rito è officiato da un “gran sacerdote” e consiste nel legare i polsi degli sposi con un laccio, sciogliendo il nodo dopo aver cantato, muovendosi a tempo di musica, la formula del rito. La scena si svolge nel Larghetto del Principe…
I GLADIATORI: ripropone l’addestramento di un gruppo di gladiatori, schiavi costretti a combattere tra loro utilizzando il GLADIO. E’ una delle scene più recenti ed è stata inserita nel percorso del presepe perché da ricerche fatte risulta che al re Erode piacesse particolarmente assistere ai combattimenti, tanto da far costruire un’arena. Tale scena non sempre viene rappresentata per motivi logistici.
RE MAGI: incorniciata dal panorama della campagna pietrelcinese si trova la tenda deiTre Re Magi in viaggio per rendere omaggio al piccolo Gesù. Insieme ad essi è accampato un gruppo di pastori, loro servitori. E’ tradizione che nell’ultima sera, al termine della manifestazione, i Re facciano visita alla capanna per offrire l’oro, l’incenso e la mirra.
RE ERODE: il Re Erode appare durante un banchetto ricco e sfarzoso in compagnia di quattro ospiti. La cena è allietata dalla danza orientale di due ballerine sinuose e affascinanti vestite come odalische. In un lato del palazzo c’è Erodiade intenta a farsi servire dalle sue ancelle. E’ una scena che cambia spesso collocazione.
PRESIDIO ROMANO: caratterizzato da tendaggi di colore rosso vivo e riconoscibile dalla presenza di due statue rappresentanti due aquile, stemma dell’impero romano, ritrae il CENSORE intento a svolgere il proprio lavoro. A turno coppie di soldati sorvegliano l’ingresso della scena mentre altri si muovono per le strade controllando che la vita si svolga secondo il pieno rispetto delle leggi.
TEMPIO: immersi nella celebrazione dei riti ebraici troviamo diversi sacerdoti, accompagnati nella preghiera dalle donne che, come voleva la tradizione del tempo, venivano confinate in un’area isolata della sinagoga. Il tutto avviene nella cornice della Chiesa di Sant’Anna…
Tra le bellezze e i tesori che il borgo antico di Pietrelcina custodisce c’è uno dei più antichiFRANTOI della comunità. Al suo interno ogni anno, durante la manifestazione, viene riproposta la spremitura delle olive utilizzando, come avveniva in passato, una grande ruota in pietra chiamata “MOLA” mossa da uomini o da asini.
Vero fiore all’occhiello dell’intera manifestazione è la scena finale della NATIVITÀ ambientata da sempre nel locale sottostante la casa natale di Padre Pio, un tempo utilizzato dalla famiglia del Santo come magazzino e stalla per l’asino.
La Sacra Famiglia è impersonata da vere coppie scelte tra quelle che hanno dato alla luce gli ultimi nati.
Dinanzi a questa scena dolce e forte nella sua semplicità, i visitatori si soffermano, contemplano quel bimbo nei panni di Gesù e non riescono a nascondere un sentimento di tenerezza e devozione che spesso si traduce in un sentito “Segno della Croce”.
Il riuscire ad imprimere uno spirito nuovo nei cuori della gente ha fatto si che crescesse ogni anno l’interesse a migliorarsi sempre più.
Il numero delle persone direttamente impegnate come comparse è aumentato fino a 300, richiamando gente anche dai paesi limitrofi.
Nel primo anno il numero dei visitatori superava le 1000 unità, il secondo ed il terzo anno erano più di 5000 e questo numero è andato sempre più crescendo sino a raggiungere le 30.000 presenze nel 1997.
Anche i mass-media si sono interessati in modo particolare al nostro Presepe Vivente.
Oltre alle tantissime TV locali anche la RAI ha realizzato diverse trasmissioni tra cui ricordiamo uno speciale di 30 minuti intitolato “ La Notte Magica” nel 1994, un servizio presentato da don Giovanni D’Ercole per la trasmissione “Sulla via di Damasco”nel 2005, un servizio all’interno della trasmissione “Festa Italiana” nel 2006 e uno speciale per RAI 1 andato in onda lo scorso 24 Dicembre “PIETRELCINA COME BETLEMME”.
Per migliorare e rendere adeguata l’organizzazione del presepe, divenuto uno degli avvenimenti più importanti tra tutte le manifestazioni religiose e pubbliche di Pietrelcina e di tutta la provincia, è stato necessario costituire nel 1997 un vero e proprio comitato denominato “Comitato Presepe Vivente Giovani A.C. Gi.Fra.” con la finalità primaria di promuovere la raccolta fondi per l’organizzazione e la celebrazione della manifestazione stessa.
La buona riuscita del Presepe Vivente è resa possibile, oltre che dal lavoro costante dei ragazzi appartenenti al comitato, anche dalla disponibilità dei Frati Cappuccini, dell’Amministrazione Comunale, di coloro che collaborano pur non appartenendo al comitato e degli abitanti del Rione.